È da più di un anno che il mondo combatte la sua battaglia contro il Covid, il terribile virus che sembra non volerci dare proprio tregua.
Tra mascherine, zone colorate e distanziamento, tutti stiamo facendo del nostro meglio per cercare di uscire da uno dei periodi più bui del XXI secolo.
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Ad oggi, la risorsa essenziale sono i vaccini che, anche se a singhiozzo, hanno cominciato a circolare nel nostro paese, rendendo possibile l’immunizzazione di una grossa fetta di popolazione.
La strada da percorrere è ancora tanta, tuttavia sembra finalmente vedersi la luce in fondo al tunnel.
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In questo periodo nero, molte donne hanno deciso comunque di mettere al mondo un figlio e questo articolo è proprio dedicato a loro.
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Mi sono infatti chiesta: se sono in stato di gravidanza, posso vaccinarmi? E se contraessi il Covid? Quali sono i rischi e/o i rimedi? Analizziamo insieme la questione punto per punto 🙂
Positività al Covid in stato di gravidanza
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Secondo quanto riportato sul sito del
Ministero della Salute, le donne sono globalmente meno soggette, rispetto agli uomini, a contrarre il Covid in forma grave e con maggior rischio di mortalità.
Le statistiche indicano infatti che le appartenenti al gentil sesso che risultano positive alla malattia sono spesso asintomatiche e hanno tempi di ripresa più veloci rispetto agli uomini.
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La gravidanza però è un caso a parte: i cambiamenti del sistema immunitario che comporta, possono infatti
acuire la possibilità di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da SARS-CoV-2.
Questo dato scoraggiante è però
stato confutato da un report stilato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in quanto gli esperti hanno dimostrato che le donne in gravidanza non sembrano essere a maggior rischio rispetto alle non-gravide.
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Un’altra buon notizia riguarda la
paura di trasmettere il Covid al figlio durante il parto: anche in questo caso gli esperti hanno dimostrato che la trasmissione verticale del virus è un evento piuttosto raro.
I medici hanno infatti notato che, i bambini nati da madre positiva, non hanno presentato sintomi importanti, asserendo che la condizione di ”positività neonatale” non desta particolare apprensione.
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Vaccino anti-Covid in gravidanza
La decisione di vaccinare o meno le donne in stato interessante è argomento di dibattito da parecchi mesi.
La comunità scientifica non sembra aver raggiunto un verdetto unanime, decidendo perciò di inoculare il vaccino anti-Covid alle donne in gravidanza dopo una valutazione individuale.
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Le donne in dolce attesa, prima di sottoporsi volontariamente al vaccino, si devono rivolgere a un medico/ginecologo di fiducia, di modo da essere sottoposte a una valutazione obiettiva del rapporto tra rischi e benefici.
L’Obstetric Surveillance System (ItOSS) e l’ISS, nel gennaio 2021, hanno fornito preziose indicazioni circa il rapporto tra gravidanza e vaccino anti-Covid.
Le indicazioni sono raccolte in 7 punti chiave:
- le donne in stato di gravidanza avanzato o in allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer, Moderna e Astrazeneca; pertanto non ci sono dati sicuri o specifici relativi alle suddette categorie
- gli studi condotti finora non hanno evidenziato meccanismi biologici che potrebbero associare il vaccino ad effetti collaterali sulla gravidanza
- le donne in dolce attesa o in allattamento non sono un target prioritario della campagna vaccinale (come ad esempio i fragili o i disabili)
- recenti studi hanno fatto emergere che le donne in gravidanza presentano bassi rischi di gravi esiti materni
- la vaccinazione anti-Covid 19 dovrebbe essere considerata nel caso in cui la futura mamma potrebbe, per una condizione medica pregressa, avere gravi conseguenze nel caso in cui contraesse il Coronavirus
- se una donna scopre di essere in dolce attesa dopo l’inoculazione del vaccino, non c’è evidenza di una possibile interruzione della gravidanza
- se una donna scopre di essere in dolce attesa tra la prima e la seconda dose, può decidere di rimandare il richiamo, purché le sue condizioni di salute siano stabili e non si tratti di un soggetto a rischio
Parto naturale o parto cesareo
Le donne in gravidanza che risultato positive al Coronavirus non devono obbligatoriamente sottoporsi al parto cesareo.
La decisione di non partorire naturalmente dev’essere presa dai medici solo nei casi in cui sia effettivamente l’unica strada percorribile per tutelare la salute della madre e del bambino.
Il ricorso all’anestesia epidurale non è controindicata nel caso di infezione da Covid, anzi, dovrebbe essere raccomandata per ridurre il ricorso alla sedazione totale nel caso in cui si dovesse ricorrere ad un cesareo di urgenza/emergenza.
Allattamento
In un report dell’ISS, l’infezione da Covid 19 non è una controindicazione all’allattamento.
Nel latte materno prelevato da donne positive al Coronavirus non è infatti stata trovata nessuna particella virale da Sars-Cov-2.
Da ciò consegue il fatto che si
può tranquillamente procedere nel dare il seno al proprio bambino, cercando però di proteggersi dal contatto diretto.
Le mamme che allattano devono evitare di tossire e/o starnutire addosso al bambino, lavare accuratamente le mani prima di toccarlo e/o spremere il latte e indossare la mascherina chirurgica mentre lo alimentano.
Madre e figlio devono essere separati solo nel caso in cui uno dei due presenti febbre, tosse o dispnea (difficoltà di respirazione).
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